L’insoddisfazione dei nativi, la sofferenza degli schiavi e le idee che preparavano la rivoluzione francese fecero nascere varie rivolte: Il principe reggente Pedro I, con l’appoggio dei proprietari terrieri, della borghesia commerciale brasiliana e della Gran Bretagna, dichiararono il Brasile […]
L’insoddisfazione dei nativi, la sofferenza degli schiavi e le idee che preparavano la rivoluzione francese fecero nascere varie rivolte:
- la rivolta indigena di Ajuricaba de Manaus (Amazzonia 1723-1728)
- la guerra dei Mascati, in Pernambuco, tra i proprietari rurali e i cittadini di Olinda da un lato e i commercianti di Recife dall’altro (1710-1714)
- la resistenza degli indios Guaranì e dei Gesuiti delle missioni (1753-1754)
- la “Inconfidenza Mineira”, nella quale fu ucciso nel 1792 l’eroe nazionale José da Silva Xavier, “Tiradentes” (1788-1789)
- la congiura baiana (1798) cui parteciparono anche negri, schiavi e liberi
- la rivoluzione pernambucana (1817). Prima Repubblica fondata sugli ideali della Massoneria alla quale aderì anche buona parte del clero
- La rivoluzione di Oporto del 1821 richiamò in patria il vecchio Re Joao VI che voleva ristabilire il regime coloniale.
Il principe reggente Pedro I, con l’appoggio dei proprietari terrieri, della borghesia commerciale brasiliana e della Gran Bretagna, dichiararono il Brasile indipendente il 7 settembre del 1822.
Don Pedro I fu il primo imperatore e consolidò l’unità del paese tramite una serie di guerre interne ed esterne.
Nel frattempo, nel 1831, Don Pedro I abdicò a favore del figlio Pedro de Alcantara di appena 5 anni, iniziando una serie di reggenze tra le quali, la più importante, fu quella del prete Diego Antonio Fejo, fautore di una politica più liberale e di una chiesa nazionale.
Pedro II all’età di 15 anni venne incoronato imperatore.
Nel 1850 cessa il traffico transatlantico di schiavi ma comincia il traffico interprovinciale.
Quello che più stimolava il traffico di schiavi da un lata all’altro del paese era la differenza di prezzo!
Il costo medio di uno schiavo, tra il 1875 e il 1885 era di 174$000 réis nel Cearà, 576$000 in Bahia e saliva a 855$000 in Sao Paulo fino a 909$000 in Minas Gerais.
In questo modo, lo schiavo valeva cinque volte tanto in Minas rispetto al Cearà. Questo aiuta a spiegare meglio il torrente umano che in quell’epoca attraversava il brasile diretto verso le piantagioni di caffè e che, semplicemente rispondeva alle norme economiche dettate dal Fondo di Emancipazione.
Il deputato Marcolino de Moura della Bahia in un discorso pronunciato alla camera nel 1880 così descrive l’inumana carovana:
“ Poco tempo fa, attraversando nel calore del mezzo giorno una di queste regioni deserte della mia provincia, sentii un frastuono di voci che si approssimavano: era una immensa carovana di schiavi diretta a Sao Paulo. Tra gli uomini che portavano la catena al collo, c’erano altrettante donne, che portavano in braccio i loro figli.
C’erano bambini di tutte le età e siccome stavano marciando a piedi, lasciavano al loro passaggio, la sabbia calda bagnata di sangue.
Il desiderio era di fuggire davanti a tanto dolore, ma questa testimonianza viene dal grido di una madre che cadde sfinita lungo il cammino.
Di notte, intorno a vari fuochi, giacciono distesi i miseri schiavi, senza distinzione di sesso ne di età e, in mezzo al tintinnio dei ferri delle catene, si sentono i lamenti delle donne e dei bambini.
Si sentono le grida delle guardie che provano la tenuta delle catene imponendo il silenzio su quelli che osano lamentarsi.
E se succede che durante la notte, qualcuna di queste misere schiave diventa madre, il giorno dopo la marcia della carovana non si interrompe, e il frutto dell’amore è condannato a morire nel primo o nel secondo giorno di marcia se prima non viene lanciato da qualche parte a spirare nell’abbandono….
E’ il traffico nella sua più orrenda forma….”
La sintesi storica dovrebbe continuare con l’atto di abolizione della schiavitù firmato dalla principessa Isabel nel 1888. Ma in realtà …..

